#Mario Venuti
Explore tagged Tumblr posts
Text
youtube
Perché essere felici Per una vita intera Sarebbe quasi insopportabile...
Dolce pensiero di vivere tutto
.🦋.
7 notes
·
View notes
Text
Sai perché le persone non riconoscono quello che fai per loro? Perché la prima volta che tu fai qualcosa per qualcuno tu generi in lui la gratitudine. La seconda volta che tu fai o dai a qualcuno generi l’anticipazione. La persona si aspetta di ricevere di nuovo. La terza volta hai già generato un’aspettativa. La persona si aspetta di ricevere ancora quello che gli avevi dato. La quarta volta tu generi un merito. La persona sente di meritare quello che gli stai dando e vuole continuare a ricevere. La quinta volta hai già creato una dipendenza. Quella persona sente di non vivere più bene senza quello che tu gli stai dando. É già viziata. La sesta volta percepisci che non c’è reciprocità, tu non ricevi nulla in cambio e smetti di dare. E allora la persona viziata che tu hai creato è risentita con te perché gli stai negando quello di cui ha tanto bisogno e allora finisce per odiarti, perché hai smesso di dare quello che tu gli hai fatto credere di meritare. Per questo bisogna sapere qual è il limite nel dare. Perché l’altro non conosce limiti nel ricevere.
5 notes
·
View notes
Text
Sai perché le persone non riconoscono quello che fai per loro? Perché la prima volta che tu fai qualcosa per qualcuno tu generi in lui la gratitudine. La seconda volta che tu fai o dai a qualcuno generi l’anticipazione. La persona si aspetta di ricevere di nuovo. La terza volta hai già generato un’aspettativa. La persona si aspetta di ricevere ancora quello che gli avevi dato. La quarta volta tu generi un merito. La persona sente di meritare quello che gli stai dando e vuole continuare a ricevere. La quinta volta hai già creato una dipendenza. Quella persona sente di non vivere più bene senza quello che tu gli stai dando. É già viziata. La sesta volta percepisci che non c’è reciprocità, tu non ricevi nulla in cambio e smetti di dare. E allora la persona viziata che tu hai creato è risentita con te perché gli stai negando quello di cui ha tanto bisogno e allora finisce per odiarti, perché hai smesso di dare quello che tu gli hai fatto credere di meritare.
Per questo bisogna sapere qual è il limite nel dare.
Perché l’altro non conosce limiti nel ricevere.
(Mario Venuti)
128 notes
·
View notes
Text
Sai perché le persone non riconoscono quello che fai per loro? Perché la prima volta che tu fai qualcosa per qualcuno tu generi in lui la gratitudine. La seconda volta che tu fai o dai a qualcuno generi l’anticipazione. La persona si aspetta di ricevere di nuovo. La terza volta hai già generato un’aspettativa. La persona si aspetta di ricevere ancora quello che gli avevi dato. La quarta volta tu generi un merito. La persona sente di meritare quello che gli stai dando e vuole continuare a ricevere. La quinta volta hai già creato una dipendenza. Quella persona sente di non vivere più bene senza quello che tu gli stai dando. É già viziata. La sesta volta percepisci che non c’è reciprocità, tu non ricevi nulla in cambio e smetti di dare. E allora la persona viziata che tu hai creato è risentita con te perché gli stai negando quello di cui ha tanto bisogno e allora finisce per odiarti, perché hai smesso di dare quello che tu gli hai fatto credere di meritare.
Per questo bisogna sapere qual è il limite nel dare.
Perché l’altro non conosce limiti nel ricevere.
(Mario Venuti)
47 notes
·
View notes
Text
Sai perché le persone non riconoscono quello che fai per loro? Perché la prima volta che tu fai qualcosa per qualcuno tu generi in lui la gratitudine. La seconda volta che tu fai o dai a qualcuno generi l’anticipazione. La persona si aspetta di ricevere di nuovo. La terza volta hai già generato un’aspettativa. La persona si aspetta di ricevere ancora quello che gli avevi dato. La quarta volta tu generi un merito. La persona sente di meritare quello che gli stai dando e vuole continuare a ricevere. La quinta volta hai già creato una dipendenza. Quella persona sente di non vivere più bene senza quello che tu gli stai dando. É già viziata. La sesta volta percepisci che non c’è reciprocità, tu non ricevi nulla in cambio e smetti di dare. E allora la persona viziata che tu hai creato è risentita con te perché gli stai negando quello di cui ha tanto bisogno e allora finisce per odiarti, perché hai smesso di dare quello che tu gli hai fatto credere di meritare.
Per questo bisogna sapere qual è il limite nel dare.
Perché l’altro non conosce limiti nel ricevere.
Mario Venuti
63 notes
·
View notes
Text
Ci sarà un altro posto nel mondo una strada che riparte da qui ci sarà un altro istante nel tempo per vivere tutte le vite possibili che volevo io
(...) non serve a niente ormai guardarsi indietro…
Mario Venuti
19 notes
·
View notes
Text
È così da tutta la mia vita, famiglia, lavoro, parenti, amicizie, danno per scontato che io ci sia, sempre.
Sono stanco.
Ma non smetterò mai di dare, senza aspettarmi niente.
"Sai perché le persone non riconoscono quello che fai per loro? Perché la prima volta che tu fai qualcosa per qualcuno tu generi in lui la gratitudine. La seconda volta che tu fai o dai a qualcuno generi l’anticipazione. La persona si aspetta di ricevere di nuovo. La terza volta hai già generato un’aspettativa. La persona si aspetta di ricevere ancora quello che gli avevi dato. La quarta volta tu generi un merito. La persona sente di meritare quello che gli stai dando e vuole continuare a ricevere. La quinta volta hai già creato una dipendenza. Quella persona sente di non vivere più bene senza quello che tu gli stai dando. É già viziata. La sesta volta percepisci che non c’è reciprocità, tu non ricevi nulla in cambio e smetti di dare. E allora la persona viziata che tu hai creato è risentita con te perché gli stai negando quello di cui ha tanto bisogno e allora finisce per odiarti, perché hai smesso di dare quello che tu gli hai fatto credere di meritare.
Per questo bisogna sapere qual è il limite nel dare.
Perché l’altro non conosce limiti nel ricevere."
Mario Venuti
Dalla pagina Facebook 21 grammi
23 notes
·
View notes
Text
Sono ancora capace di muovere il cielo e la terra per amore. Tienimi con te con i miei splendori e con le mie miserie Insegnami l’alfabeto del tuo corpo, che lingua parlano le tue mani. Tutta la nostra vita è piena di incontri mai avvenuti, io credo che l’amore non è quel che abbiamo ma quello che ci manca…
|| Mario Venuti
2 notes
·
View notes
Text
Che fatica.
Ieri siamo saliti sull'etna a 2000 metri, c'era una vagonata di gente, qualche sprazzo di neve, ma una giornata di sole stupenda, c'era solo un pò di vento ma niente di eccezionale. Siamo stati ai crateri (spenti) sul primo tutti, poi il secondo (vedrete dalle foto) è alto quanto un palazzo di 10 piani e siamo andati solo noi (io, mia figlia e il fidanzato) su per un pendio ripidissimo che ho fatto fatica a salire, poi abbiamo visto da sopra che c'era una strada meno ripida ma più lunga, allora l'abbiamo presa per scendere. Abbiamo mangiato al rifugio sapienza, posto storico, e poi piano piano siamo scesi in città. La sera eravamo troppo stanchi per anche solo pensare di fare un giro, tanto oggi era in programma il giro del centro con cicerone mia sorella. Quindi da programma oggi siamo scesi presto in autobus e fatta la seconda colazione ci siamo incontrati con mia sorella. Siamo stati al mercato del pesce, più per fargli vedere questo bazar ittico e non solo a cielo aperto, ho incontrato Mario Venuti, penso l'ultima volta che gli ho parlato sarà stato 30 anni fa, incontravo spesso Luca Madonia a Venezia, il dottore a quanto pare ha una casa in laguna, niente di particolare sono delle persone normali, Mario era col cane a fare la spesa, ma tutti gli vogliono bene naturalmente è sempre un artista apprezzatissimo e adottato dalla città, perché in realtà lui è siracusano. Poi siamo stati in alcuni posti dove non ero mai stato, sembra strano ma spesso noi italiani siamo così abbiamo delle cose spettacolari dietro casa e non le caghiamo, è un peccato perché c'è tantissimo da vedere in Italia. Siamo saliti su una chiesa da dove si vede un panorama a 360° della città, dentro la cattedrale per la prima volta nella mia vita e sotto la cattedrale dove ci sono delle terme romane, poi siamo passati dal museo dell'università e su per il mercato centrale che però era già tardi e stavano chiudendo quasi tutti i banchi, abbiamo comunque preso della frutta e mia figlia del pesce che aveva l'acquolina in bocca dalla mattina. Da li mia sorella ci ha lasciati e siamo andati a mangiare su un posto di cucina tipica romana, eh lo so ma volevamo mangiare della pasta e a quanto pare a pranzo molti dei locali catanesi sono chiusi, tanti non fanno pasta e quindi abbiamo optato per quello, molto buono e porzioni enormi, infatti non sono riuscito a finire la pasta broccoli e sarciccia (al finocchietto), mia figlia l'ha presa con l'aragostina e lo zito matriciana. Precedentemente siamo passati ad affittare l'auto, perché domani andiamo a Siracusa e con l'auto di mia madre è un pò rischioso, anche se siamo andati sull'etna, ma ho come l'impressione che loro vogliano fare anche qualche giro da soli, beh non sono piccoli, anche se guidare a Catania non è come guidare in Estonia dove tutti rispettano il codice e non ci sono problemi, qua come sapete è un delirio nelle strade, va bè spero non faccia casini che tanto poi li paga lui. Ora non so cosa facciamo, ma penso niente, quindi intanto mi scarico un pò di foto e vi scrivo sto mini papello.
Vi lascio qualche scatto
2 notes
·
View notes
Text
Sai perché le persone non riconoscono quello che fai per loro? Perché la prima volta che tu fai qualcosa per qualcuno tu generi in lui la gratitudine. La seconda volta che tu fai o dai a qualcuno generi l’anticipazione. La persona si aspetta di ricevere di nuovo. La terza volta hai già generato un’aspettativa. La persona si aspetta di ricevere ancora quello che gli avevi dato. La quarta volta tu generi un merito. La persona sente di meritare quello che gli stai dando e vuole continuare a ricevere. La quinta volta hai già creato una dipendenza. Quella persona sente di non vivere più bene senza quello che tu gli stai dando. É già viziata. La sesta volta percepisci che non c’è reciprocità, tu non ricevi nulla in cambio e smetti di dare. E allora la persona viziata che tu hai creato è risentita con te perché gli stai negando quello di cui ha tanto bisogno e allora finisce per odiarti, perché hai smesso di dare quello che tu gli hai fatto credere di meritare.
Per questo bisogna sapere qual è il limite nel dare.
Perché l’altro non conosce limiti nel ricevere.
Mario Venuti
5 notes
·
View notes
Text
Maneggiare con cura ... Me
4 notes
·
View notes
Text
Mario Venuti - Crudele (Video Ufficiale)
youtube
@ildiariodigin a proposito di donne crudeli, dimmi: te l'hanno mai dedicata? 😅🙂
5 notes
·
View notes
Text
Guarda Mario Venuti e Carmen Consoli - Mai come ieri (Video ufficiale) su YouTube Music
youtube
4 notes
·
View notes
Text
Ci sarà un altro posto nel mondo
una strada che riparte da qui
ci sarà un altro istante nel tempo
per vivere tutte le vite possibili che volevo io (...)
non serve a niente ormai guardarsi indietro
Mario Venuti
18 notes
·
View notes
Text
[✎ ITA] Esquire Korea : Intervista - J-Hope, là Fuori, per Strada | 19.07.23⠸
Esquire Korea x J-Hope x Louis Vuitton
J-hope, là Fuori, per Strada
박세회 | 19. 07. 2023 | Twitter
youtube
Come ti è sembrato il servizio fotografico di oggi? Dietro l'obiettivo c'era Mario Sorrenti.
È un artista e fotografo molto famoso, quindi mentirei se dicessi che non ero nemmeno un po' sotto pressione; l'atmosfera e l'approccio usato sono qualcosa che non avevo ancora mai provato; è stata un'esperienza nuova e piacevole. Credo [Sorrenti] abbia catturato aspetti di j-hope che non sono sempre visibili, quindi è stato molto bello lavorare a questo progetto. Dato che si trattava del mio primo vero contenuto promozionale dopo essere diventato l'ambassador di Louis Vuitton, credo fossi anche un pochino agitato.
Hai forse scoperto qualche nuovo lato di j-hope, grazie a questa collaborazione tra Louis Vuitton e Sorrenti?
Credo questa collaborazione abbia messo ancor più in risalto il mio stile e vibe soliti, ma ha anche saputo tirar fuori con maestria espressioni e pose di j-hope ancora inedite, grazie all'ampio spettro compositivo e all'atmosfera. Personalmente, preferisco non posare in angolature che mettano in risalto il lato destro del mio viso. Ma, grazie al signor Sorrenti e alla sua abilità nel catturarle con stile, anche quei lati questa volta sono venuti benissimo.
Quale dei look Louis Vuitton di oggi è il più memorabile?
Uno degli outfit era davvero glamour, eravamo tuttə d'accordo. Il logo Louis Vuitton brillava ben visibile su questo completo di jeans. Credo quell'abito sia la concretizzazione del termine ‘stupendo’. In realtà, è un outfit che avevo già notato e mi aveva colpito molto durante una sfilata seguita a Parigi, quindi mi ha reso fiero poterlo indossare durante il servizio fotografico di oggi. Mi sono sentito come un pezzo Louis Vuitton in carne ed ossa (ride).
Parliamo del singolo che hai rilasciato a marzo. Ci sarebbero fin troppe cose da menzionare, a questo proposito. Vi ha partecipato J. Cole. Proprio J. Cole! Il vostro primo incontro è stato al Lollapalooza, giusto?
No, [il nostro primo incontro] è stato nei miei sogni (ride). J. Cole è una persona che ho sempre desiderato [incontrare] e che appariva spesso nei miei sogni. Ma, di fatto, la prima volta che ci siamo visti è stato al Lollapalooza, esatto. È stato quasi destino. Il festival Lollapalooza era la parte più importante delle promozioni per il mio album solista, l'anno scorso, e destino ha voluto che la mia ispirazione, J. Cole, fosse tra gli headliner. È da lì che è iniziato tutto. Pur dopo averlo incontrato, dopo averci parlato e lavorato insieme, ancora non riuscivo a crederci.
Vediamo il vostro primo incontro nel documentario 〈j-hope IN THE BOX〉, rilasciato su Disney+. Mi chiedo se J. Cole avesse già accettato di partecipare alla tua canzone fin da quella prima volta – l'incontro è stato troppo fortuito e fatidico per essere solo una coincidenza.
Nient'affatto. Credo io fossi troppo preso a cercare di trasmettergli cosa provavo in tutta onestà. Ci tenevo davvero che sapesse che è sempre stato la mia musa, fin da quando ero piccolo. Dopo esserci incontrati, ho capito che se mai avessi dovuto scegliere un collaboratore dei sogni, sarebbe stato lui! Dopodiché, mentre scrivevo musica, non facevo che pensare a J. Cole. Ed è così che è nata ‘On the Street’.
Dopo quell'incontro, che tipo di conversazioni vi siete scambiati in previsione del rilascio di questo singolo strepitoso per la vostra collaborazione?
Gli ho mandato messaggi sinceri e di cuore. Fortunatamente, Cole hyung si è rifatto vivo con una risposta positiva. Gli ho pure inviato un video-messaggio per Capodanno. Ho fatto tutto il possibile per mostrargli quanto ci tenessi. Dopodiché, mentre aspettavo che Cole mi mandasse la sua parte, ho trascorso momenti di ‘speranze e pura tortura’ nell'attesa, pregando che mi chiamasse al più presto. Proprio quando stavo per gettare la spugna, la strofa di Cole è arrivata. E poi tutto è successo molto rapidamente. Non appena ci siamo rivisti di persona per le riprese del video musicale, Cole hyung si è complimentato molto con me per la traccia. Mi sono sentito il re del mondo.
Ti ricordi qualche conversazione, anche la più banale, tra voi?
Se sapessi meglio l'inglese, avremmo potuto parlare di più, sul set. Peccato. Gli ho espresso ciò che provavo principalmente via messaggio. Lui mi ha scritto, “Ho saputo che presto inizierai il servizio militare obbligatori. Ti auguro tanta buona salute e di concludere il tutto al meglio.”
Un'altra cosa molto semplice è stata una sua domanda riguardo il video musicale di ‘On the Street’, voleva sapere se fosse un tributo al suo MV di ‘Simba’. Mi ha poi scritto per ringraziarmi, dicendo “È davvero incredibile”. A me sembrava già incredibile io stessi messaggiando con Cole, quindi ho cercato di esprimergli tutti quei sentimenti. Sono stati tutti scambi molto ordinari, in realtà, ma a ripensarci ora, sono stati momenti molto speciali, ben lungi dall'essere banali.
Nella scena alla fine dei titoli di coda del documentario Disney+, parli brevemente di ‘Hope on the Street’. E subito dopo è uscito il singolo ‘On the Street’. Calza tutto alla perfezione. C'è un qualche motivo particolare per cui volevi collaborare con J. Cole proprio a questo brano – che, tra l'altro, è anche una canzone dedicata alle/i fan?
Tutto è iniziato dalla domanda, “Qual è la forza motrice, cos'è che sta alla base degli sforzi dell'artista j-hope in queste ultime battute del 1° capitolo della sua vita? Cos'è che lo sta aiutando a proseguire in direzione 2° capitolo?”. E, alla fine, ho realizzato che le mie radici affondano nel ballo; è attraverso il ballo che ho imparato a conoscere la musica e ho iniziato a rappare; quando studiavo il rap, il primo artista cui mi sono appassionato è stato J. Cole. Sembrava incastrarsi tutto alla perfezione. Ho ripensato a tutte quelle cose che hanno occupato buona parte della mia infanzia e giovinezza. Le ho riprese, studiate e da lì ho iniziato a darvi e darmi una nuova vita. Tutto questo ha anche influito molto sulla direzione musicale intrapresa con ‘On the Street’. Questa canzone si inserisce nello stile lo-fi boom bap, che ascoltavo e ballavo quando ero piccolo, e così ho potuto lavorarci tenendo anche a mente la partecipazione di Cole hyung. Non avevo dubbi che i testi audaci e la profondità artistica di Cole avrebbero fatto brillare ancor più questo brano. Di fatto, sembra quasi che la canzone sia nata proprio per esprimere la mia gratitudine a Cole, che mi è sempre stato di grandissima ispirazione a livello musicale.
Questo singolo può anche essere letto sotto molte chiavi interpretative diverse. Personalmente, mi piace correlarlo a ‘Pandora’s Box’. È come se la Speranza, infine, si sia fatta strada nel mondo. Quando qualcosa calza a pennello, diciamo ‘Che storia’. E tutto in questo tuo percorso creativo è una storia. Da quanto tempo, come e con chi hai progettato tutto questo?
È importante saper fare progetti personali e decidere di getto, tipo, ‘Figo, facciamolo!' Però, personalmente, penso di preferire un approccio più diretto in cui sono io che vedo, provo e tocco con mano; in cui lavoro in prima persona, mettendoci tutto il cuore, e continuando a rifinire il tutto finché non sono soddisfatto.
Alla base del tuo lavoro c'è la passione e l'autenticità.
Se così non fosse, in quanto artista che produce in prima persona, non avrei neppure il coraggio o il diritto di parlare del mio lavoro. Trovo sia diverso riflettere, imparare, correggersi e infine realizzare qualcosa [di proprio pugno] rispetto a vedere subito il bello nel lavoro fatto da altri [per te]. Sono sicuro che la mia vita ed ogni passo intrapreso alla fine si rifletteranno nella mia musica, contenuti ed esibizioni; che continueranno ad essere la forza motrice per altre attività creative ed autentiche anche in futuro. Che resti tra noi, ma credo mi piaccia parecchio creare storie e farmi grandi progetti (ride). È un decennio che sono in questo campo; forse ormai ho assorbito l'approccio e lo stile dei ‘contenuti made in Corea’? (ride). Mi vergogno sempre un po' a mettermi sullo stesso piano di altri grandi produttori. Cercherò semplicemente di continuare a creare divertendomi e di mostrare solo il meglio di me.
Il Lollapalooza è il festival dov'è nato il grunge di Chicago. E proprio su quel palco tu hai mostrato grandissima presenza scenica su arrangiamenti in stile grunge. Hai anche battuto il record per le migliori vendite mai viste a questo festival. Cosa provi, quando ripensi a quel giorno? Vorrei sapere tutto, anche che temperatura e grado d'umidità c'erano?
Quello dei festival è un palco con cui ho ancora poca confidenza, anche se mi sono già esibito in tantissimi posti diversi insieme ai BTS. I festival hanno questo che di grezzo tutto particolare, che solo questo tipo di eventi trasmette. Ecco perché volevo provarci. Mi ci sono preparato senza mai chiudere occhio; non riuscivo neppure a mangiare come si deve, e questo fino al giorno prima della performance, perché ero letteralmente attanagliato dallo stress e dalle aspettative. Ma ho stretto i denti e ho continuato con i preparativi, seppure fossi esausto ed intrattabile (ride). Già quando stavo lavorando all'album 〈Jack in the Box〉, mi dicevo ‘Ah! Queste canzoni non potranno che trasmettere un'energia pazzesca, sul palco’. Mi visualizzavo già mentre le eseguivo dal vivo. E queste fantasie si sono concretizzate al Lollapalooza. In questo contesto festivaliero, ancora poco famigliare per me, volevo mostrare al pubblico la mia abilità musicale più graffiante. Credo le canzoni contenute nel mio album fossero proprio adatte a quel tipo di spazio. Il Lollapalooza è diventato un momento assolutamente indimenticabile nella mia carriera musicale. Solitamente, sono piuttosto duro con me stesso, ma ora vorrei farmi i complimenti per la persona che ero allora (ride).
Abbiamo saputo che rilascerai una versione fisica di 〈Jack in the Box〉 per il primo anniversario dell'uscita dell'album, che era solo in digitale. Com'è stato vedere per la prima volta il risultato del tuo lavoro, e a chi lo hai mostrato per primə
Ero pieno di ansie e preoccupazioni, quando stavo lavorando a 〈Jack in the Box〉. Perché dovevo uscire dal mio guscio e far vedere al mondo chi fosse j-hope, quindi non ero solo preoccupato per l'aspetto musicale, ma continuavo a ripensare a tutte le difficoltà e riflessioni affrontate in quel periodo. Come potete vedere dalla musica e dai contenuti relativi alle attività promozionali, quello è stato un momento piuttosto buio della mia carriera. La persona amica che ha assistito a tutto ciò, che ha ascoltato l'album e mi ha sostenuto non è altri che RM. RM mi è stato di grandissimo supporto emotivo e mentale.
Durante tutto il suo processo creativo – ideazione, concretizzazione, promozioni –〈Jack in the Box〉 mi ha insegnato moltissimo. È come se quest'album fosse miə figliə. Grazie a questo progetto, ho proprio capito che non si smette mai di imparare. Come avete detto, quell'album ora uscirà in formato fisico in occasione del suo primo anniversario. Vi ho riversato tutto il mio cuore. Spero lo aspetterete con trepidazione.
Ultima domanda. Non trovi la vita sia incredibile?
La vita è davvero una serie di eventi incredibili. Questo ragazzino di Gwangju ha debuttato nei Bangtan Sonyeondan (BTS), ha ottenuto un successo enorme e ora ha anche potuto cimentarsi in attività soliste, esplorando la musicalità personale di j-hope. Inoltre, sono diventato anche ambasciatore di Louis Vuitton e ora sono qui a fare quest'intervista con 〈Esquire〉 (ride). Sono grato per tutto quanto. Voglio continuare a vivere una vita incredibile! Ogni volta che ci penso, la cosa mi elettrizza!
⠸ Ita : © Seoul_ItalyBTS⠸
#Seoul_ItalyBTS#TradITA#ITA#Traduzione#Intervista#BTS#방탄소년단#j-hope#제이홉#EsquireKorea#LouisVuitton#190723#Youtube
3 notes
·
View notes
Text
Ornella Muti e Anna Foglietta, Luca Ward e Luigi Lonigro. E poi, ancora, Luca Manfredi, Maurizio Mattioni, Nadia Rinaldi, Mario Venuti e Pippo Balistreri. Sono alcuni dei vincitori delle varie sezioni del Premio Penisola Sorrentina, la due giorni che si è tenuta tra il teatro Tasso e il museo Correale, con una serata di gala conclusiva condotta dall'attrice Francesca Cavallin e dal direttore artistico, Mario Esposito, alla presenza del sindaco di Sorrento, Massimo Coppola, che ha consegnato riconoscimenti a grandi protagonisti del mondo del cinema e dell'audiovisivo. Il servizio della Tgr Rai Campania con interviste ad Anna Foglietta e Ornella Muti
0 notes